Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  21 aprile 2015

La società informata del Capitale totale

La teleconferenza di martedì sera, presenti 16 compagni, è iniziata con il commento di un articolo del Sole24Ore sugli scambi interbancari.

Nei giorni scorsi l'Euribor, il tasso di riferimento per le transazioni finanziarie in euro, ha registrato un valore negativo scendendo sotto lo zero. Anche se per il momento i possessori di mutui a tasso variabile non vedranno diminuire le rate, il dato è interessante perché spia dei primi effetti della manovra della BCE: l'immissione massiccia di liquidità ha prodotto da un lato il lieve rialzo dell'inflazione e dall'altro la diminuzione dei tassi di interesse. Da alcuni spacciato come fattore di risveglio dell'economia, questo tipo di andamento in realtà non può che ripercuotersi, a breve termine, sugli istituti bancari, e nel lungo periodo sull'intero sistema economico. Insomma, altro che ripresa. La situazione ricorda piuttosto quanto visto più di 20 anni fa in Giappone.

In Italia ha fatto discutere la proposta di Tito Boeri, il presidente dell'Inps, di garantire un reddito minimo ai disoccupati over 55 e ai pensionati. Il ministro Poletti ha dichiarato che bisogna guardare "prima a quelli che hanno perso il lavoro" e poi "si può allargare la platea"; Confindustria si è detta invece favorevole. Il tema rimane caldo, anche in vista della marcia Perugia-Assisi che il Movimento 5 Stelle sta organizzando, sullo stile della Marchas della Dignidad promossa dagli Indignados spagnoli, per chiedere il reddito di cittadinanza. Da più parti nella società si levano voci per un salario minimo garantito; tutti sono d'accordo sul fatto che i senza riserve spenderebbero l'eventuale sussidio in beni di prima necessità riattivando così i consumi. Un ragionamento keynesiano puro: aumentare la "propensione marginale al consumo" aumentando i redditi più bassi.

La borghesia è costretta a sfornare, o a rispolverare, teorie per far fronte all'enorme sovrapproduzione di merci e capitali, e incarica la piccola borghesia di mettersi al tavolo per tentare di risolvere i problemi della disoccupazione cronica e della miseria crescente. Allo stesso tempo, però, il "mostro sociale corporativo", la rete di interessi che lega sindacati, imprenditori e istituzione, continua a macinare, tanto più in vista della grande fiera che tra poco aprirà i battenti a Milano. In barba ai milioni di disoccupati che riempiono le tabelle dell'Inps, le parti coinvolte nel grande evento hanno firmato protocolli d'intesa per l'impiego del lavoro gratuito, in spregio alle loro stesse costituzioni e leggi. Alcuni sinistri hanno messo per iscritto il fattaccio presentando un esposto alla Direzione Territoriale del Lavoro di Milano, in cui viene richiesto l'intervento tempestivo dell'Ispettorato del Lavoro a fronte della violazione della legge.

Al centro del programma ufficiale di Expo vi è lo slogan "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita". Grazie agli sponsor Coca Cola e Mc Donald's verranno sviluppate tematiche legate al diritto ad un'alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutti gli abitanti della Terra. Al di là delle contraddizioni esplicite del grande barnum milanese, l'agricoltura rimane un aspetto importantissimo per la vita della specie umana. False alternative, come ad esempio quella della decrescita, sono sfaccettature diverse, sotto forma di imbonimento democratico, tramite cui opera l'ideologia dominante. Di sicuro non basteranno a salvare il sistema dalla sue contraddizioni. Mai la merce sfamerà l'uomo.

In Fiorite primavere del Capitale si afferma che la rivoluzione borghese non l'hanno fatta i borghesi: ai sanculotti, che hanno sopportato i pesi maggiori, si sono aggiunti feudatari falliti, ex militari, ecc., in un gran miscuglio interclassista. Proprio il tentativo estremo di difendere le conquiste e le garanzie ottenute nel passato, costringe le mezze classi – protagoniste della rivoluzione - a far saltare la società.

La teleconferenza è proseguita con le notizie sull'ultima strage del mare. Un'ondata di dimensioni bibliche preme sui confini europei e spinge i governi ad attivare misure di forza. Sembra che dalla Libia siano pronti a partire un milione di persone: masse di uomini che non si possono fermare né con i bombardamenti né con i blocchi navali e che comunque sconvolgeranno equilibri già molto precari. Per quel che ci riguarda non ci resta che dire: Avanti, Barbari!

La riunione si è conclusa con un accenno al nuovo numero in uscita della rivista, il 37, in cui viene affrontato il punto di Forlì del Programma Rivoluzionario Immediato sull'informazione. Lo spunto è venuto dalla curiosità destata da un'applicazione sviluppata da Twitter per lo streaming. Con Periscope, questo il nome dell'app, è possibile trasmettere quanto accade intorno a noi, come una diretta-tv, senza limiti di tempo e con la possibilità di chattare con chi ci segue. Diventa quindi alla portata di tutti - basta uno smartphone - il live-streaming, coadiuvato da un sistema per la ricerca dei canali simile a quello di Twitter, sintonizzato cioè sulle tendenze a livello globale e dei contatti personali.

Oggi la situazione sociale e tecnica è talmente evoluta che il controllo da parte dello stato proletario potrà realizzarsi attraverso l'impianto di sistemi intelligenti, superando già nella fase di transizione la questione della "nazionalizzazione" delle forze produttive. Già molto prima dell'avvento della "dittatura proletaria", ci sarà una vera e propria occupazione delle reti, fatto per certi versi anticipato dal movimento OWS nel 2011 (la costellazione dei siti facenti riferimento a Occupy contava migliaia di hub). Al pari della rete elettrica, che vive di vita propria e si autoregola teoricamente senza richiedere intervento umano, anche Internet è un elemento tecnico di comunismo. Ognuno può accedervi per cercare ciò che non sa, per creare contenuti nuovi, modificarne altri di esistenti, o per accedere a comunità che lo aiutino a conoscere.

Secondo Manuel Castells, il 97% dell'informazione esistente è digitalizzato. Non è difficile prevedere che giornali di carta, televisione e tutto ciò che è informazione unidirezionale scompariranno. Nel capitalismo questa potenzialità è inespressa, ostacolata dai rapporti di valore, ovvero dalla proprietà privata, dal copyright e dal diritto d'autore.

Marx ed Engels parlano di estinzione dello Stato, il quale si difende, annaspa, ma alla fine si dissolve. Lo stesso vale per la scuola: mentre alcuni sinistri la difendono strenuamente, il capitalismo stesso arriva a produrre corsi che permettono lo sviluppo di sistemi basati sull'autoapprendimento (MOOC). In Russia nel 1917 si è riusciti a estirpare l'analfabetizzazione semplicemente liberando energie presenti nella società.

Tutte le rivoluzioni tendono a occupare fisicamente i posti da dove si riverbera l'informazione, la rivoluzione futura tenderà a liberare l'immensa potenzialità delle sue truppe assecondando al massimo grado la loro azione antiformista.

Articoli correlati (da tag)

  • "Situazione sociale esplosiva"

    La teleconferenza di martedì sera, a cui hanno partecipato 21 compagni, è iniziata con alcune considerazioni sul tema del salario minimo, in relazione all'accordo raggiunto dall'Unione europea in questi giorni.

    L'intesa sui minimi salariali dovrà ora essere ratificata dal Parlamento e dal Consiglio Ue, e toccherà poi ai singoli Paesi membri recepire la direttiva. Non c'è ancora nulla di certo, dunque. La crescita dei prezzi trainata dal rincaro dell'energia sta riducendo il potere d'acquisto dei lavoratori, perciò gli stati dovranno intervenire in qualche modo per cercare di preservare la pace sociale e sostenere i consumi delle famiglie.

    Durante un incontro pubblico a Torino il segretario generale della CGIL ha detto che "siamo di fronte a una situazione sociale esplosiva. Non ci sono solo i salari bassi, ma un livello di precarietà nel lavoro e nella vita che non c'è mai stato, una situazione di incertezza, insicurezza." In un'altra occasione ha evocato la necessità di "un contributo di solidarietà da parte dei più ricchi", ovvero l'adozione di un'imposta patrimoniale da "applicare anche alle rendite finanziarie" per aumentare i salari. Pezzi di classe dominante e di burocrazia sindacale sono arrivati all'idea che bisogna agire sulla "propensione marginale al consumo" (la quale ci dice che l'aumento di un reddito basso si traduce comunque in consumo, mentre l'aumento di un reddito alto si traduce tendenzialmente in tesaurizzazione, risparmio o speculazione), anche perché, come scrive The Economist, si sta profilando all'orizzonte una nuova recessione in Europa e negli Stati Uniti (Europe's economy grapples with an acute energy shock", "A recession in America by 2024 looks likely").

  • Guerra interconnessa

    Durante la teleriunione di martedì sera, a cui hanno partecipato 21 compagni, abbiamo commentato l'articolo "The technology of seeing and shooting your enemies", apparso sulla rivista The Economist e dedicato all'analisi della guerra occorsa nel 2020 tra Azerbaigian e Armenia per il Nagorno-Karabakh, un'enclave di etnia armena all'interno del territorio azero.

    L'approfondimento proposto dal settimanale inglese è interessante perché mette in luce le dinamiche che si sono sviluppate durante il conflitto. L'Azerbaigian dispone di un equipaggiamento militare risalente all'era sovietica ma si procura da Israele e Turchia i droni TB2 e Harop, che si rivelano fondamentali per la vittoria. I velivoli acquistati, in grado di lanciare bombe e missili e di effettuare attacchi "kamikaze" ai radar nemici, sbaragliano in pochissimo tempo i mezzi d'artiglieria e le postazioni missilistiche armene. Lo scontro, seppur breve (è durato 44 giorni), è seguito con attenzione dagli esperti militari di tutto il mondo, poiché individuano in esso alcuni degli elementi che potrebbero caratterizzare i futuri conflitti, anche ad una scala maggiore.

  • Autonomizzazione del valore rispetto al tempo di lavoro

    Nella teleriunione di martedì sera, a cui hanno partecipato 20 compagni, abbiamo parlato di Decentralized Finance (DeFi), ovvero di finanza decentralizzata. Avevamo sfiorato l'argomento durante la scorsa teleriunione parlando dei fatti occorsi in Kazakistan, paese dove hanno stabilito la propria sede numerosissime aziende attive nel settore del Bitcoin e più in generale delle criptovalute.

    Elenchiamo per punti che cos'è la finanza decentralizzata e quali sono le sue implicazioni: 1) la DeFi è esplosa nel 2020 e la sua crescita sembra inarrestabile; 2) secondo la rivista The Economist il valore degli asset immagazzinati in questo nascente sistema finanziario è passato da meno di 1 miliardo di dollari all'inizio del 2020 a oltre 200 miliardi di dollari oggi; 3) i maggiori istituti bancari e governativi cominciano a preoccuparsi e stanno studiando con attenzione il fenomeno; 4) se la DeFi fosse una banca d'affari sarebbe tra le 50 più importanti al mondo.

Rivista n°52, dicembre 2022

copertina n°52

Editoriale: Niente di nuovo sul fronte orientale

Articoli: La malattia non esiste, parte prima - Un sistema che ingegnerizza sé stesso? - La riduzione dell'orario di lavoro non è più un tabù

Rassegna: L'ennesima conferenza sul clima - Polarizzazione crescente - Pericolose tempeste"

Recensione: Gaia, le macchine autoreplicanti e l'intelligenza collettiva

Doppia direzione: Più "avanzato" Lenin o Bogdanov? - Cooperazione e sostegno

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

Continua a leggere la newsletter 245
Leggi le altre newsletter

Abbonati alla rivista

Per abbonarti (euro 20, minimo 4 numeri) richiedi l'ultimo numero uscito, te lo invieremo gratuitamente con allegato un bollettino di Conto Corrente Postale prestampato.
Scrivi a : mail2

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla newsletter quindicinale di n+1.

Invia una mail a indirizzo email