Informazioni aggiuntive

  • Resoconto teleriunione  24 febbraio 2015

Moduli della rivoluzione

La teleconferenza di martedì scorso, connessi 14 compagni, è cominciata riprendendo alcuni dei temi trattati ne Il programma immediato della rivoluzione proletaria e le trasformazioni nel campo dell'informazione, dello spettacolo e dello sport, relazione presentata durante il 58° incontro redazionale (20-21-22 febbraio, Torino). In particolare abbiamo ripreso la parte sul Medioevo cristiano e l'informazione come ideologia.

L'Ordine cistercense nasce in Francia (abbazia di Cîteaux, 1098) e ha come fine il ritorno alla stretta osservanza della regola di San Benedetto e ad un monachesimo fondato sul lavoro e la preghiera personale e comune. San Bernardo impone un canone anche per l'edilizia monastica, affinchè tutte le strutture vengano costruite rispettando un preciso orientamento, abbiano un chiostro, una biblioteca, una cucina allestita in una certa area della struttura, ecc. Ogni monastero può diventare abbazia madre fondando filiali, su cui esercita i diritti di sorveglianza. In ambito musicale vi è un ritorno alla tradizione originaria del canto gregoriano (ovviamente la polifonia non era contemplata) su cui viene fatto un ulteriore intervento di impoverimento. I cistercensi danno così vita ad un gigantesco taylorismo abbaziale e diventano una potenza economica organizzata a rete, dove l'informazione, anch'essa ridotta ai minimi termini e veicolata da un'estetica che elimina tutto ciò che è ritenuto superficiale mantenendo solo l'essenziale, viaggia sull'esempio di un modulo che si diffonde e si replica.

Abbiamo avuto modo di parlare dello scontro all'interno della Chiesa tra la corrente razionalista di Pietro Abelardo e quella mistica di Bernardo di Chiaravalle. Il primo, nonostante fosse formalmente un teologo, divenne il padre razionalista della logica occidentale. Il secondo fu capo ultra-energico di un movimento rivoluzionario che rasentò l'eresia, introdusse il lavoro salariato generalizzato, bonificò mezza Europa da paludi e deserti, sviluppò una rete di 750 abbazie e fornì infine la sua regola agli ordini monastici combattenti Templari e Teutonici, i quali non si limitarono certo a pregare.

Lo sviluppo e la diffusione dell'Ordine cistercense, i suoi canoni, le trasformazioni e le innovazioni cui esso dà vita nella società feudale, sono importantissimi perchè rappresentano l'espressione di un'anti-forma operante all'interno del feudalesimo.

La riunione è proseguinta con un secondo tema: energia e futuro del capitalismo. I geologi utilizzano il concetto di "barriera mineralogica" per indicare quando la concentrazione di un minerale in un luogo scende sotto un certo livello e l'energia necessaria alla sua estrazione diventa enorme e lo sforzo insostenibile. Poichè i luoghi in cui le materie prime minerali sono estraibili sono effettivamente limitati, l'imperialismo si trova a gestirne il controllo senza poter però risolvere il problema di fondo. Il capitalismo non può infatti non scontrarsi con un limite fisico, oltre il quale non può andare e che decreta la sua morte. Anche gli ecologisti hanno cominciato ad utilizzare modelli scientifici di previsione i cui risultati, messi assieme e proiettati nel futuro, individuano una convergenza di curve in uno stesso periodo; si moltiplicano difatti gli allarmi sul destino del pianeta e gli accorati appelli per un'economia della decrescita (Serge Latouche). I primi a mettere in guardia l'umanità dai danni dell'attuale modo di produzione furono gli studiosi del MIT che, utilizzando il modello Mondo 3, indicarono nel 1975 il punto di non ritorno per la salute della Terra.

Arriva in Italia l'ultimo libro di Jeremy Rifkin, La società a costo marginale zero. L'internet delle cose, l'ascesa del "commons" collaborativo e l'eclissi del capitalismo, di cui avevamo discusso qualche teleconferenza fa. Nel testo l'economista individua alcune importanti dinamiche in atto dimostrando che l'economia si sta orientando, in seguito allo sviluppo delle nuove tecnologie, verso una sempre maggiore socializzazione del lavoro dentro e fuori la fabbrica. Il collegamento tra internet e territorio già da tempo ha mostrato le sue potenzialità dirompenti; fra i primi a farne esperienza ricordiamo i lavoratori dell'UPS che fecero scoprire al mondo come la congiunzione tra coordinamento territoriale, strumenti moderni (cellulari, internet, navigatori Gps, ecc.) e tanta solidarietà organizzata possono battere i più blindati padroni. Oggi questa connessione la vediamo all'opera tra i lavoratori della logistica, quelli dei Fast Food o di Walmart: tutti si coordinano in tempo reale tramite i social network e i loro moduli organizzativi sono riproducibili ovunque. Occupy è certamente l'esempio più lampante di organismo bio-cibernetico aperto: modulo memeticamente diffuso in tutto il globo, esso evolve filtrando, aggiungendo ed eliminando informazione a seconda delle esigenze.

Articoli correlati (da tag)

  • Un mondo inospitale

    La teleconferenza di martedì sera, a cui si sono collegati 18 compagni, è iniziata con il commento di alcune note di un compagno sul libro di Nouriel Roubini La grande catastrofe: dieci minacce per il nostro futuro e le strategie per sopravvivere.

    Il libro è forse il primo in cui nella parte conclusiva non si fa cenno a miracoli per salvare la società capitalistica da sé stessa. Già questo è un tratto interessante. Infatti, l'autore propone solo due scenari a cui deterministicamente faremo fronte: uno "distopico" e uno "utopico". Ancora una volta l'economia politica si dimostra incapace, attraverso i suoi modelli e strumenti interpretativi, di compiere un salto, a noi già noto, "dall'utopia alla scienza". Se non si riconosce il comunismo come " movimento reale che abolisce lo stato di cose presente", non si possono che raffigurare distopie e utopie rinascimentali (altro spartiacque storico). I due termini sono raffrontati senza far riferimento a un qualsiasi parametro di specie: Utopia rispetto a cosa? Distopia dovuta a? Roubini ci spiega solo che siamo in una tempesta "perfetta", perché le megaminacce ormai incombenti sono date come "strutturali"; diremo noi, connaturate all'attuale modo di produzione. Sono strutturali ma non si dà una spiegazione di questo aggettivo. Si dice, correttamente, che la complessità delle megaminacce sta nella loro sincronia e nell'interagire tra loro, difficilmente prevedibile e computabile. L'ideologia dominante comincia a proporre la sua visione cieca: è molto più facile pensare la fine del mondo che la fine del capitalismo.

    Per l'economista statunitense è sicuro che una bolla finanziaria scoppierà, l'incognita riguardo solo il quando e quanto in termini di danni provocati. Dice inoltre che bisogna tenere d'occhio l'eurozona e i suoi anelli più deboli, come Italia e Grecia, i primi che a causa di una crisi del debito potrebbero saltare, provocando un effetto domino.

  • Cicli che si chiudono

    Alla teleconferenza di martedì sera, a cui hanno partecipato 20 compagni, abbiamo parlato di robot e automazione partendo da un articolo dell'Economist intitolato "Don't fear an AI-induced jobs apocalypse just yet".

    Lo scorso primo marzo, all'Investor Day 2023 di Tesla, Elon Musk ha presentato Optimus, un robot umanoide da utilizzare a casa e in fabbrica del costo previsto di 20.000 dollari. Durante il meeting è stato proiettato il video di un automa intento a costruirne un altro simile: a breve, ha dichiarato l'imprenditore sudafricano, il rapporto 1:1 tra robot e umani potrebbe essere superato.

    Se effettivamente si arrivasse a produrre un esercito di otto miliardi di robot, i problemi derivanti da tassi di disoccupazione elevatissimi non potrebbero essere tollerati dall'attuale modo di produzione, basato sul sistema del lavoro salariato. Osserva infatti Musk: "Non è nemmeno chiaro cosa sia un'economia a quel punto".

    Già oggi vi sono produzioni altamente automatizzate: lo scorso dicembre ABB, multinazionale elettrotecnica svizzero-svedese, ha aperto una mega-fabbrica di 67.000 metri quadrati a Shanghai, dove i robot producono altri robot. Ocado, il più grande rivenditore di generi alimentari online al mondo, si affida agli automi per consegnare cibo fresco a migliaia di persone nel Regno Unito; i suoi magazzini sono progettati come organismi viventi, dotati di un sistema nervoso centrale (software), un sistema cardiovascolare (nastri trasportatori) e di globuli rossi (casse). Il confine tra il mondo del nato e quello del prodotto è sempre più incerto.

  • L'unica soluzione

    La teleconferenza di martedì sera, a cui si sono connessi 15 compagni, ha avuto come tema principale la guerra in Ucraina scoppiata circa un anno fa.

    Abbiamo iniziato la discussione analizzando le prese di posizione di alcuni militari italiani, (Leonardo Tricarico e Marco Bertolini) contrari all'invio dei carri armati prodotti in Germania. Si è quindi passati a commentare quanto scrive il generale Fabio Mini nel suo ultimo libro L'Europa in guerra (ed. PaperFIRST, 2023). Una prima considerazione da fare, leggendo i capitoli iniziali del testo, riguarda il fatto che le campagne di denuncia di leniniana memoria sono ormai sostenute dagli stessi generali dell'esercito, motivo per cui i comunisti non si possono fermare a tale livello e devono per forza andare oltre.

    In L'Europa in guerra si dice che lo svuotamento degli obsoleti arsenali occidentali, dovuto alle forniture di armi a Kiev, rende necessario il rinnovo degli armamenti e apre le porte all'adozione di nuove risorse tecnologicamente più avanzate ed efficienti. Tali equipaggiamenti, afferma Mini, sono prevalentemente americani e legano sempre più l'Europa agli Stati Uniti, paese che maggiormente investe nella preparazione e nell'impiego di forze militari. Gli alleati NATO dell'Est Europa sono le punte di lancia dell'America nel Vecchio Continente.

    Per il generale, l'Ucraina sta combattendo contro l'Europa per e con gli Stati Uniti. E l'obiettivo di quest'ultimi è mantenere l'egemonia sull'Europa e interrompere qualsiasi legame politico ed economico tra Berlino e Mosca, costringendo gli alleati a importare da loro risorse energetiche a costi più alti. In ballo c'è il controllo di un mondo che non accetta più supinamente il dominio del dollaro. Come nota l'Economist ("What Ukraine means for the world"), solo un terzo della popolazione mondiale vive in paesi che hanno condannato la Russia per l'invasione dell'Ucraina e le hanno imposto sanzioni.

Rivista n°52, dicembre 2022

copertina n°52

Editoriale: Niente di nuovo sul fronte orientale

Articoli: La malattia non esiste, parte prima - Un sistema che ingegnerizza sé stesso? - La riduzione dell'orario di lavoro non è più un tabù

Rassegna: L'ennesima conferenza sul clima - Polarizzazione crescente - Pericolose tempeste"

Recensione: Gaia, le macchine autoreplicanti e l'intelligenza collettiva

Doppia direzione: Più "avanzato" Lenin o Bogdanov? - Cooperazione e sostegno

Raccolta della rivista n+1

Newsletter 245, 19 gennaio 2022

f6Libertà

Viviamo in una società che scoppia. I suoi membri, divisi o raggruppati secondo criteri il più delle volte arbitrari e casuali, non riescono più a darsi un'identità plausibile. La pandemia, invece di compattare gli individui intorno a provvedimenti utili alla salvaguardia della specie, ha aggravato la situazione facendo emergere ataviche tendenze all'irrazionale.

Continua a leggere la newsletter 245
Leggi le altre newsletter

Abbonati alla rivista

Per abbonarti (euro 20, minimo 4 numeri) richiedi l'ultimo numero uscito, te lo invieremo gratuitamente con allegato un bollettino di Conto Corrente Postale prestampato.
Scrivi a : mail2

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla newsletter quindicinale di n+1.

Invia una mail a indirizzo email