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  • Resoconto teleriunione  20 gennaio 2015

Tra caos e omologazione la rivoluzione avanza

La teleconferenza di martedì, a cui si sono connessi 16 compagni, è iniziata commentando le ultime notizie relative al rallentamento dell'economia cinese che registra il peggior dato degli ultimi 24 anni. In Cina, come dappertutto, le politiche varate per stimolare i consumi non hanno portato a risultati degni di nota.

In questi giorni Draghi ha finalmente svelato come intende muoversi per combattere la deflazione: acquisti di titoli pubblici almeno fino a quando l'inflazione sarà tornata ad un livello accettabile, vicino al due per cento. La Germania è dubbiosa perché dovrebbe contribuire a comprare debito pubblico di portoghesi, greci, italiani, ecc. Allo stesso tempo però, si rende ben conto che serve un "sostegno per la ripresa". C'è una sfasatura temporale tra la realtà della deflazione e gli effetti dei possibili rimedi messi in campo: se aumenta la deflazione i governi saranno costretti ad abbassare i salari, perché in una situazione in cui i prezzi diminuiscono gli stipendi non possono restare alti. Siccome senza far nulla la situazione peggiorerà, il processo deflattivo, da effetto del crollo dei consumi, diventerà un fattore ulteriore di peggioramento della crisi. La tanto decantata ripresa degli Stati Uniti è assolutamente fittizia, viene fatto passare per valore aggiunto il valore rastrellato all'estero.

Nel frattempo in Italia aumenta il caos tra e nei partiti. Tra minacce di scissione e scontri interni, si assiste alla lotta di tutti contro tutti. Il commento di Matteo Salvini sulla bocciatura del referendum sulla riforma Fornero delle pensioni è veramente significativo: hanno "fottuto un diritto sacrosanto. Questa Italia mi fa schifo e mi batterò per ribaltarla." E poi: "E' uno stato di m... che ha dei giornalisti di m...". Insomma, si sta aprendo una fase caotica in cui tutti sembrano aver perso il controllo. Non se la passano meglio in casa Cgil, rimasta orfana del partito politico di riferimento e disorientata rispetto ai cambiamenti in corso. In passato nei partiti esistevano correnti ben strutturate e riconoscibili; oggi ci sono gruppi di potere che si fanno e si disfano ogni giorno, e giovani rampanti che fanno bella figura davanti alle telecamere, ma dicono cose insensate e non rappresentano nessuno.

Dal punto di vista della democrazia matura, cioè putrefatta, non ci sono alternative elettorali né sfoghi possibili all'interno del sistema. Il cadavere parlamentare ancora cammina, ma è sempre più zoppicante. L'escamotage di salvaguardare l'esistente facendo ricorso a frange estreme della società non funziona più: il Movimento 5 Stelle dopo aver lanciato parole d'ordine roboanti e ottenuto un risultato elettorale notevole, si è comodamente sistemato in parlamento abbandonando i propositi battaglieri e diventando come gli altri.

In un clima di guerra civile permanente, l'omologazione tocca tutti, come in Francia con l'hashtag #JeSuisCharlie o in Argentina con #YoSoyNisman. La società borghese vacilla e ha bisogno di prove di unità nazionale, mobilita le masse contro una componente della società onde evitare che esse mettano in discussione il sistema tout court. Ciononostante, le contraddizioni materiali aumentano. Pensiamo alla Grecia: la vittoria alle elezioni di Syriza potrebbe essere un ulteriore fattore di instabilità politica, e non solo ad Atene.

E' uscito in questi giorni il rapporto Oxfam sull'aumento della diseguaglianza. Entro l'anno prossimo l'1% della popolazione mondiale sarà più ricco del rimanente 99%. Occupy Wall Street ci aveva visto giusto. A proposito del movimento americano, è interessante notare come di fronte agli attentati jihadisti a Parigi, i maggiori siti della galassia OWS non hanno fatto riferimento a #JeSuisCharlie, né per aderire né per criticare. Hanno forse sviluppato degli anticorpi contro l'omologazione capitalistica?

Il rapporto Oxfam torna utile a Barack Obama: egli punta a far passare un programma di aumento del carico fiscale sui super ricchi e sulle grandi banche per rafforzare il sistema di sgravi e agevolazioni a favore delle famiglie. D'altronde, sotto lo slogan #FightFor15 si stanno coalizzando gli operatori aeroportuali, gli assistenti sanitari a domicilio, i precari dei Fast Food e quelli di Walmart. Tutti chiedono un aumento del salario minimo e la libertà di organizzarsi sindacalmente nei luoghi di lavoro.

Un compagno ha segnalato il video di una conferenza di Jeremy Howard sulle nuove potenzialità dell'intelligenza artificiale e gli sviluppi futuri. Egli sostiene che nei paesi sviluppati il settore dei servizi rappresenta oltre l'80% per cento del lavoro. L'occupazione nel mondo sviluppato è basata su qualcosa che i computer hanno appena imparato a fare. Verso la fine della conferenza Howard invita a riflettere sulle possibili conseguenze di questa rivoluzione: "Già adesso i computer possono fare cose per fare le quali le persone vengono pagate, quindi è tempo di iniziare a pensare a come dovremo modificare le nostre strutture sociali ed economiche per diventare consapevoli di questa nuova realtà".

Il livello di sviluppo raggiunto dall'intelligenza artificiale ci dà l'idea di quanto vicino sia il punto di passaggio dal regno della necessità a quello della libertà. E' ormai assodato dagli studi di neuroscienziati o filosofi come Daniel Dennett che il funzionamento della mente è caratterizzato fondamentalmente da funzioni di tipo logico e computazionale. Siccome siamo fatti di atomi e molecole, non possiamo funzionare in modo diverso da come funziona il cosiddetto mondo inanimato. L'umanesimo che vede l'uomo come una creatura distaccata e diversa dalla natura ha fatto il suo tempo. Come ha intuito Kevin Kelly, il nato (biologico) e il prodotto (artificiale) si stanno compenetrando. Per Joël de Rosnay l'uomo del futuro sarà l'"uomo simbiotico", un essere in carne ed ossa in stretta simbiosi con un organismo planetario che egli ha contribuito a far nascere. Si tratta di un'estensione del discorso di Leroi-Gourhan sul rapporto mano-lavoro-cervello.

Si è poi passati a parlare di quanto succede in Brasile, dove sta prendendo piede un movimento di massa contro il caro-trasporti. #ContraTarifa coinvolge lavoratori senza casa, precari, disoccupati e per il prossimo 22 gennaio sono previste a San Paolo sette mobilitazioni simultanee che convergeranno verso il centro della città. Anche in Italia ci sono movimenti simili che lottano per l'accesso gratuito ai servizi (casa, trasporti, ecc.). Movimenti importanti sono in corso anche in Perù contro la legge che riforma il mercato del lavoro, qualcosa di simile all'italiano Jobs act.

In Africa Boko Haram, dopo aver raso al suolo 16 villaggi causando centinaia di morti, inizia ad attaccare il Camerun. L'Occidente teorizza guerra illimitata e preventiva contro il califfato globale e la polizia belga uccide a sangue freddo alcuni presunti terroristi. Una guerra tra Stato Islamico e potenze occidentali è già in corso, tra poco potrebbe cadere anche Baghdad e allora i curdi non ce la faranno a difendere i pozzi petroliferi regalati dagli americani. Lo Stato Islamico è capitalista come tutti gli altri, ma essendo ancora giovane ha la capacità di mettere in piedi una società di tipo comunitaristico e assistenziale. In effetti il "successo" degli islamici è dovuto a una miscela di macelleria truculenta e di responsabilità sociale pre-capitalistica.

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Rivista n°53, giugno 2023

copertina n° 53

Editoriale: La guerra rispecchia la società

Articoli: Sul libero arbitrio

Rassegna: Effetto domino - Crollo generale"

Terra di confine: Magazzini organici - Apprendisti stregoni - La forma ed il contenuto

Recensione: Doom

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