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  • Resoconto teleriunione  10 giugno 2025

Molteplici tipologie di scontri

La teleriunione di martedì sera è iniziata commentando i recenti scontri di piazza avvenuti negli Stati Uniti.

Dalle prime manifestazioni seguite agli arresti di immigrati a Los Angeles, le proteste si sono diffuse a San Francisco, Dallas e Austin. L'amministrazione Trump ha deciso di inviare nel capoluogo dello Stato della California prima 2000 militari della guardia nazionale e poi 700 marines. L'utilizzo delle forze dell'esercito per la repressione interna prefigura gli scenari simulati anni fa dalla NATO nel documento "Urban Operations in the Year 2020". Il governatore della California, il democratico Gavin Newsom, ha denunciato l'iniziativa del governo centrale, accusandolo di provocare ulteriore caos.

L'intervento della polizia ha causato, nella prima settimana di giugno, l'arresto di circa 3000 immigrati. Alla base delle proteste vi è l'attuazione del programma elettorale di Trump, volto a contrastare l'immigrazione illegale, soprattutto quella proveniente dal Messico che, secondo la narrazione MAGA, sottrarrebbe posti di lavoro agli americani. La working class bianca, di cui il vicepresidente J.D. Vance si fa rappresentante, è effettivamente in crisi, stretta tra disoccupazione e miseria, e la sua rabbia viene indirizzata contro chi si trova in condizioni peggiori. L'operazione anti-immigrazione è stata condotta in grande stile, anche perché la California è uno degli Stati a più alta presenza di lavoratori irregolari (circa 1,5 milioni). Con questa azione, Washington ha scavalcato le autorità locali, generalmente più tolleranti verso l'immigrazione, probabilmente perché 1/3 del PIL californiano dipende proprio dai lavoratori immigrati, che sono impiegati nelle mansioni più umili e faticose e che, tra l'altro, contribuiscono all'erario statale con miliardi di dollari.

È possibile che Trump abbia portato avanti questa azione anti-immigrazione per distogliere l'attenzione dai risultati della politica economica, visto che dall'imposizione di dazi durissimi a tutto il mondo è passato a più miti consigli.

Negli Stati Uniti gli scontri interni in corso sono molteplici. Quelli di Los Angeles e San Francisco attirano maggiormente l'attenzione mediatica, ma sono forse più importanti quelli tra democratici e i repubblicani, che riguardano anche la politica estera ed in particolare la gestione della guerra in Ucraina e Medioriente. Lo rottura tra Trump e Musk è indice di due espressioni del capitalismo: da un lato quella legata al MAGA e cioè agli interessi specifici degli USA, e dall'altro quella globale, incarnata tra gli altri da Elon Musk, che con le sue aziende è molto presente, ad esempio, in Cina. In gioco c'è la capacità di far quadrare gli interessi generali del paese, arginando, dove possibile, le spinte che portano alla disgregazione.

Il collasso interno degli USA è in fase avanzata e sono diversi i fattori che si sovrappongono: nel programma politico del movimento MAGA il ruolo dello stato federale è da rivedere, dato che viene centralizzato al massimo l'esecutivo. In questa fase storica, gli USA devono mantenere il dominio sul mondo agendo con tempestività; lacci e lacciuoli, lentezze e complicazioni degli apparati burocratici rappresentano un problema. L'invio della guardia nazionale prima e dei marines poi, insieme al ridimensionamento dell'autorità dello stato della California, possono essere visti come parte della propaganda trumpiana, ma rientrano anche tra quelle operazioni che possono sfuggire di mano. La guerra civile tra fazioni politiche è, non a caso, il tema centrale del recente film Civil War, diretto da Alex Garland.

Lo scontro interno alla classe dominante americana è il riflesso di cambiamenti profondi nelle forze produttive. Le start up americane, che lavorano allo sviluppo dell'intelligenza artificiale, non sono ubicate esclusivamente nella Silicon Valley, sono ormai distribuite su tutto il territorio nazionale. In Texas i laboratori Amazon producono chip di ultima generazione, occupandosi contemporaneamente di software e hardware. La partita vera si giocherà nei prossimi due o tre anni, e la sfida è tra chi arriverà per primo ad un'IA "generale". Nei lavori di contabilità, nella scrittura dei codici, nell'analisi di grandi volumi di data, le macchine hanno abbondantemente superato le capacità e le competenze degli esseri umani. Queste nuove potenzialità eliminano la stragrande maggioranza dei lavori che vengono svolti oggi dagli uomini, e ciò vale anche per la guerra, come scritto nell'articolo "L'AI rivoluziona la guerra" (Limes, 4/2025).

La sfida tra USA e Cina riguarda dunque l'integrazione e l'utilizzo dell'IA nei rispettivi eserciti. Le rivoluzioni in ambito militare hanno ripercussioni sia sul campo di battaglia che sul piano politico, governativo, istituzionale. Partiti, democrazia e istituzioni non riescono a tenere il passo con queste veloci trasformazioni. Gli USA, in quanto sbirro globale, vivono in maniera più contraddittoria tale processo; al loro interno ci sono gruppi che spingono per andare oltre lo status quo (accelerazionisti efficaci, lungotermisti, ecc.), ma il cosiddetto deep state non resta a guardare mentre qualcuno cerca di limitare la sua attività.

SpaceX di Musk è nei fatti monopolista nel suo settore, ed ha acquisito una posizione di forza rispetto ad altre agenzie e aziende, diventando strategica per la difesa e la sicurezza nazionale. Lo stesso vale per Palantir, l'azienda di Peter Thiel, che si occupa di integrare sofisticate capacità analitiche in supporto a tali settori. Thiel ha pagato la campagna elettorale di J.D. Vance, e sostiene il progetto per un nuovo complesso militare-industriale americano basato sull'IA.

Oggi le "decisioni" vengono prese da sistemi di macchine e ciò ha conseguenze rivoluzionarie. Le due più grandi potenze mondiali, gli USA e la Cina, si stanno dotando di sistemi integrati, dai satelliti ai droni, che vanno oltre il controllo degli uomini. Ormai le macchine possono sorvegliare altre macchine: i vari sistemi di intelligence sono connessi attraverso reti e gestiti attraverso l'IA. La guerra è condotta verso l'esterno, ma soprattutto verso il fronte interno. Di fronte alla nuova intelligenza cibernetica che si sta formando, il contenuto capitalistico risulta obsoleto. La rivoluzione marcia anche se gli uomini non ne sono consapevoli, ed è il portato dello scontro tra modi di produzione.

Come si sta configurando la guerra futura? Si stanno costruendo piattaforme capaci di coordinare vari tipi di sistemi d'arma (C5ISR). Tale aspetto nell'ambito bellico non può non avere il suo corrispettivo nell'industria e di conseguenza anche nei governi. La classe dominante, o quantomeno alcune sue componenti, percepisce che il sistema sta andando fuori controllo, ma non è in grado di tirare il freno a mano. Come dice la Sinistra: non potete fermarvi, solo la rivoluzione proletaria lo può. In Italia i sinistri si disperano per i risultati del recente referendum su lavoro e cittadinanza, ignorando che le sfide che l'umanità ha di fronte di qui ai prossimi anni sono di ben altra portata.

Una teoria unificata della conoscenza si potrà avere soltanto in una società non capitalistica. La nostra visione d'insieme è limitata dai rapporti sociali vigenti. Non possiamo fare altro che procedere nel lavoro per frammenti: ogni semilavorato è la base per fare un passo in avanti e viene incasellato negli apposti spazi come si fa con le tessere di un puzzle (si veda l'elenco parziale rintracciabile nel sito QuinternaLab, pieno di spunti, e con allegata una guida rigorosa sullo stile).

Nella Prefazione a Per la critica dell'economia politica del 1859, Marx scrive:

"Una formazione sociale non perisce finché non si siano sviluppate tutte le forze produttive a cui può dare corso; nuovi e superiori rapporti di produzione non subentrano mai, prima che siano maturate in seno alla vecchia società le condizioni materiali della loro esistenza. Ecco perché l'umanità non si propone se non quei problemi che può risolvere, perché, a considerare le cose dappresso, si trova sempre che il problema sorge solo quando le condizioni materiali della sua soluzione esistono già o almeno sono in formazione".

Quando la vecchia forma sociale non riesce più a controllare le forze che essa stessa ha generato, si determina la formazione di un qualcosa di alternativo. Deve formarsi quindi un ambiente diverso rispetto all'esistente. Già oggi possiamo infatti riconoscere saggi di organizzazione futura, nella società così com'è.

La logistica consente la razionalizzazione dei flussi di merci e prodotti. Tale razionalizzazione si scontra con il fatto che una piccola forza come quella degli Houthi può bloccare il traffico merci nello stretto di Bab al-Mandab, che ci sono scioperi nei porti della California, che nell'Indopacifico c'è una tensione militare crescente: insomma, si scontra con un mondo che ha enormi problemi di coordinamento. La contraddizione, esplosiva, resta sempre la stessa: quella tra sviluppo a scala mondiale del lavoro associato e appropriazione privata del prodotto dello stesso.

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