La borghesia rivoluzionaria comprese che la materia "vivente" emerge da quella non vivente. Secondo Dénis Diderot, il pensiero è una questione di sufficiente complessità della materia, e la stessa conoscenza dei processi è insita nella formazione di quest'ultima. La specie umana si è dovuta confrontare con il tema della nascita dell'Universo, e lo ha fatto prima per mezzo della religione, poi della filosofia, ed infine della scienza, arrivando a concepire che si tratta di un fenomeno in continua espansione. La freccia del tempo non riguarda solo l'Universo e la sua origine, ma si manifesta anche nell'andamento dei sistemi biologici, fisici, sociali. La borghesia non riesce ad utilizzare i suoi strumenti, le conquiste teoriche a cui è giunta: interpreta l'IA come fosse un Dio a cui inginocchiarsi oppure un Demone da cui proteggersi, incapace di immaginare un futuro diverso dall'esistente. La guarda come se fosse un'entità aliena senza comprendere che l'IA è parte dell'intelligenza umana trasportata dentro la macchina: è un unico processo quello che lega la natura all'industria, attraverso l'uomo (Manoscritti del 1844). Come dice l'informatico statunitense Bruce Schneier, il mondo è diventato un grande robot, un unico flusso di produzione. Il vero cambio di paradigma non è soltanto un impiego differente della tecnologia e della conoscenza, ma la possibilità di adottare un programma di specie.
Secondo la religione cristiana l'uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio, per tal motivo l'idea dello sviluppo di un'intelligenza non umana è percepito come una minaccia. La Chiesa sente la necessità di prendere di petto l'argomento e di inquadrarlo alla luce della sua dottrina. Se con l'evoluzione dell'intelligenza artificiale l'Uomo è costretto a scendere dal piedistallo, la religione cattolica, che sente crollare il terreno sotto i suoi piedi, reagisce con l'ideologia riformista del giusto mezzo, dicendo sì allo sfruttamento, ma in misura consona, dicendo sì ai profitti ma con un po' di spazio alla carità, dicendo sì all'utilizzo di programmi basati sull'IA ma con la garanzia che ciò avvenga all'interno dell'involucro e dei valori borghesi. La Chiesa, per quanto abbia una tradizione millenaria ed ingenti risorse economiche e umane, alla fine è legata alla attuale forma sociale.
Per la Sinistra Comunista la rivoluzione la faranno gli ignoranti, coloro che non hanno nulla da perdere se non le proprie catene. Determinate forze storiche si muovono per conservare l'attuale forma sociale e determinate forze storiche si muovono per rompere l'involucro capitalistico.
Il tema dell'IA è vastissimo, bisogna affrontarlo partendo dai lavori della Sinistra. Le riunioni di Bordiga sulla teoria della conoscenza (rivista monografica n. 15-16) riprendono quanto affermato da Marx nei Manoscritti del 1844 (un domani vi sarà una sola scienza), e trovano corrispondenza con tutto quanto si è sviluppato successivamente in ambito scientifico, dalla teoria degli insiemi alla cibernetica, da quella delle reti alla complessità. Va precisato che queste non sono teorie "borghesi", ma conquiste della specie. Per adesso l'umanità non è ancora pronta a dare una risposta monistica a ciò che la circonda (le due teorie fondamentali della fisica, la relatività di Einstein e la meccanica quantistica, sono in opposizione tra di loro), essa è ancora in n e non riesce a fare il salto a n+1.
In seguito alla scomparsa di Jacques Camatte, discutendo della sua storia e dei suoi apporti, abbiamo ricordato come egli abbia cercato di rompere con il terzinternazionalismo, sviluppando proprie teorie. Ma la rivoluzione in corso non è una questione filosofica, né di prese di posizione; è il portato della digitalizzazione del mondo, che rende possibile un salto in un'altra forma sociale, anche grazie alla drastica riduzione dell'orario di lavoro, resa già oggi possibile dallo sviluppo raggiunto delle forze produttive sociali. Camatte aveva elaborato una soluzione che prevedeva l'abbandono di questo mondo (Ce monde qu'il faut quitter), con la fondazione di comunità alternative. In realtà il presente modo di produzione ha gettato le basi per una pianificazione generale, antifederalistica, e ha già realizzato infrastrutture capaci di assicurare una produzione orientata ai bisogni di specie. Il progetto cinese della Nuova Via della Seta mette in collegamento l'Asia con l'heartland arrivando fino a Lisbona e di lì, via mare, agli Stati Uniti. Sul pianeta esistono già una serie di collegamenti terrestri, marittimi, digitali e satellitari, che prefigurano un piano di produzione unico globale.
Il Venus Project, un centro di ricerca americano, ha elaborato un piano di transizione dall'attuale sistema capitalistico ad un'economia basata sulle risorse (Resource-Based Economy). L'obiettivo è quello di realizzare una società futura completamente razionalizzata, basata sulla soddisfazione dei bisogni umani, senza l'uso di denaro, credito, baratto e debito. Quello che risulta interessante è che, nonostante qualche parola ingenua di troppo, questo progetto è impregnato di comunismo assai più di quanto i venusiani possano comprendere. Il comunismo non è un'ideologia, ma una necessità di specie che si manifesta in modi differenti, anche attraverso la perdita di energia dell'attuale modo di produzione.
L'accordo tenutosi a Ginevra, in Svizzera, tra USA e Cina, riguardo la riduzione reciproca dei dazi doganali per 90 giorni, la telefonata tra D. Trump e V. Putin per stabilire un cessate il fuoco in Ucraina, la visita di Trump ai paesi del Golfo, l'accordo India-Pakistan con la mediazione americana, sono avvenimenti che dimostrano come i grandi player globali (Cina, USA e Russia) stiano tentando di scongiurare che salti tutto. Si cercano dei punti di mediazione per evitare il dilagare della guerra, ma non si trova un nuovo ordine perché è nella natura del capitalismo la guerra di tutti contro tutti.
Il filone politico neostalinista, che ha esponenti anche in Italia, afferma che gli USA sono "cattivi" perché vivono a spese del resto del mondo. Omettono, però, che è proprio grazie ai consumi americani che la Cina e gli altri paesi esportatori possono vendere le loro merci. L'imperialismo non è una "politica" di qualcuno, ma un assetto economico materiale. Il mondo è integrato come non mai e non è possibile disaccoppiare le economie, si può solo procedere verso una maggiore interconnessione dei mercati. L'andare avanti prevede il collasso della vigente forma sociale.
La rivoluzione è da intendersi come l'"arco millenario che lega l'ancestrale uomo tribale lottatore con le belve al membro della comunità futura, fraterna nella armonia gioiosa dell'uomo sociale" (Considerazioni del 1965), mentre la rottura rivoluzionaria o transizione di fase è il passaggio repentino da una forma all'altra, un accumulo continuo di contraddizioni che trova una soluzione di tipo discontinuo, è cioè una questione di superamento di soglie. Prima vengono i grandi cambiamenti, poi la consapevolezza degli uomini.